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dai GIORNALI di OGGI

Stupri, gaffe di Berlusconi

Il premier sulla vicenda Guidonia: "Sicurezza? Servirebbero tanti soldati quante belle donne"

2009-01-25

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CORRIERE della SERA

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2009-01-25

"Immigrati, serve OK del parlamento o la libia non s'impegna"

Stupri, gaffe di Berlusconi

Il premier sulla vicenda Guidonia: "Sicurezza? Servirebbero tanti soldati quante belle donne"

SASSARI - La crisi di Lampedusa e il tema della sicurezza sono ancora i temi politici più "caldi" del momento, su cui è nuovamente intervenuto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

LAMPEDUSA E LA LIBIA - "Fino a quando l'accordo non esce come definitivo dal Parlamento la Libia si ritiene non impegnata a promuovere quell'attività di controllo delle coste" ha spiegato il premier tornando sulla situazione a Lampedusa e spiegando che la Libia aspetta l'approvazione dell'intesa, approvazione - dice il premier - "che ci sarà in Senato entro il 31 di questo mese". Berlusconi, che ha parlato al termine di un comizio a Sassari, ha ribadito l’impegno del Governo sulla questione dell’immigrazione dopo i recenti fatti di Lampedusa: "Stiamo lavorando", sottolinea il premier, "ma nessuno ha la bacchetta magica".

Silvio Berlusconi (Ansa)

Silvio Berlusconi (Ansa)

TUNISIA - Berlusconi poi è tornato a spiegare che c'è anche una partita aperta con la Tunisia: "Ci sono 1.300 tunisini - che devono essere rimpatriati", ha detto il premier, "io ne ho parlato con il presidente tunisino Ben Alì. Nei prossimi giorni ci saranno incontri dei ministri Maroni e Frattini per mandare avanti gli accordi con Tunisi che il governo Prodi non ha fatto procedere".

SICUREZZA - Poi il premier si è soffermato sulla questione sicurezza, in particolare sulla vicenda degli stupri nella Capitale e a Guidonia: "Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile, una cosa del genere può sempre capitare. Non è che si può pensare di mettere in campo una forza tale, dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai" ha spiegato Berlusconi commentando l’impegno da lui annunciato sabato di impiegare un numero maggiore di militari per la questione della sicurezza, anche dopo i recenti fatti di violenze sessuali contro le donne. Berlusconi prima di decuplicare i soldati nelle città ha intenzione di parlare del piano con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "È chiaro che si dovrà approfondire il piano, il presidente della repubblica ricordo che è il capo delle forze armate" ha detto il presidente del Consiglio.

INTERCETTAZIONI - "Le ultime vicende hanno dimostrato come queste intercettazioni siano una ferita inaccettabile della privacy, della sicurezza, della libertà dei cittadini" ha detto ancora Berlusconi che si è soffermato così con i cronisti a parlare ancora dell'archivio Genchi. Il premier ha ribadito quanto detto sabato: "Lo scandalo che è stato annunciato sarà importante perchè si parla di centinaia di migliaia di persone sotto controllo per tempi lunghissimi". Per il presidente del Consiglio questo scandalo che emergerà "dovrebbe convincere anche chi ancora qualche dubbio e questo mezzo di indagine debba essere portato nei termini dell'eccezionalità".

25 gennaio 2009

REPUBBLICA

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2009-01-25

Il premier contestato da un gruppo di studenti durante un comizio a Sassari

"Fuori i soldi dell'università. Giù le mani dalla Sardegna"

Stupri, Berlusconi: "Ci vorrebbero tanti soldati

quante sono le belle ragazze italiane"

<b>Stupri, Berlusconi: "Ci vorrebbero tanti soldati<br/>quante sono le belle ragazze italiane"</b>

Silvio Berlusconi con Ugo Cappellacci

SASSARI - Silvio Berlusconi torna con una frase shock sulla necessità di dispiegare i militari sul territorio nazionale per difendere l'ordine pubblico: "Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze italiane, credo che non ce la faremmo mai...". Commentando la notizia della concessione degli arresti domiciliari al giovane responsabile dello stupro di Capodanno a Roma, Berlusconi ha poi affermato: "Non sono abituato a dare giudizi, è compito del ministro della Giustizia".

Contestazione al teatro. Il premier aveva appena iniziato il comizio a Sassari, dove il premier sta facendo campagna elettorale per il candidato Pdl, quando un gruppo di studenti lo ha contestato dal loggione urlando "Fuori i soldi dell'università " e "Giù le mani dalla Sardegna". "Magari oltre all'Unità cercate di leggere qualche altro giornale - ha detto il premier rivolto ai manifestanti, che nel frattempo erano però stati allontanati tra i fischi dell'intero teatro -. L'università di Sassari è una gloria per tutta la Sardegna e avrà il sostegno totale e finanziario da parte nostra". Poi ha aggiunto: "La differenza tra noi e quelli della sinistra, e devo presumere che voi lo siate è che noi non ci sogneremmo mai di andare a disturbare una vostra manifestazione".

I sondaggi contro Soru. Poi ha sfoderato il suo nuovo sondaggio, secondo il quale il candidato del Pdl Cappellacci sarebbe in vantaggio di 4 punti su Soru. Il premier è tornato ad accusare il governatore Renato Soru, sfidante di Cappellacci, di essere "un grande bluff".

Il nodo Libia. Il premier nel corso della manifestazione elettorale ha toccato anche gli altri temi di attualità, a iniziare dall'immigrazione. "Stiamo lavorando ma nessuno ha la bacchetta magica", ha detto Berlusconi. "Abbiamo in parlamento un accordo fatto con la Libia che abbiamo tardato ad approvare, e dove c'è l'impegno del presidente del Senato ad approvare entro il 31, in modo che la Libia possa mettere in atto quelle misure di controllo delle coste contenute nell'accordo", ha chiarito ancora il presidente del Consiglio. "Ma finché l'accordo non esce come definitivo dal parlamento - ha ricordato - la Libia si ritiene come non impegnata a promuovere quelle attività stabilite".

"Sulle intercettazioni Bossi mi segue". Berlusconi è tornato anche sulla riforma delle intercettazioni, ribadendo che "abbiamo fatto uscire dal Consiglio dei ministri un disegno di legge che io mi sono subito augurato che potesse essere migliorativo. Le vicende ultime hanno dimostrato come queste intercettazioni siano una ferita inaccettabile per la privacy". Quanto ai possibili distinguo all'interno della maggioranza, il premier ha affermato che "Bossi mi ha già detto che seguirà le nostre posizioni".

(25 gennaio 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-01-25

 

Stupri e soldati, per Berlusconi in Italia 'troppe belle donne'

Era il dossier su cui la maggioranza mostrava grande sicumera. Quello su cui aveva vinto le elezioni. E invece, gli stupri nella Roma violenta di Alemanno hanno dato la stura alla grande confusione della maggioranza sul tema. Neanche la tragica vicenda dei due giovani di Guidonia - lui picchiato e legato, lei violentata da cinque uomini - ha trattenuto Berlusconi dal fare l'ennesima battuta a riguardo, consentendogli inoltre di fare retromarcia sul suo annuncio di ieri dei 30.000 militari da mettere sulle strade.

Al termine di un comizio a Sassari - nel corso del tour elettorale in appoggio al candidato del Pdl alla presidenza della regione - il capo dell'esecutivo ha dichiarato che tutto sommato "non si può pensare di mettere in campo una forza tale, dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai". E poi, per minimizzare l'accaduto, ha soggiunto: "Anche in uno Stato il più militarizzato e poliziesco possibile, una cosa del genere può sempre capitare". Insomma, son cose che capitano.

La militarizzazione delle città sparata ieri da Berlusconi è stata inoltre confutata perfino dalla Lega: "schierare l'esercito a fianco delle forze dell'ordine è necessario e legittimo - ha detto il ministro per la Semplificazione legislativa Roberto Calderoli durante la trasmissione "In mezz'ora" in onda oggi su Raitre - ma sui numeri si può discutere''. L'esponente della Lega ha infatti sottolineato di "essere convinto che non si possa militarizzare tutto il territorio", ma al contempo di ritenere "che qualunque mossa punti ad aumentare la sicurezza giusta''.

Un'ultima rintuzzata alle parole del premier è poi arrivata quando Calderoli ha ricordato che comunque "il capo dell'esercito è il Capo dello Stato, che presiede anche il Consiglio superiore della Difesa", e dunque "occorre un confronto con il Quirinale per valutare tali misure".

25 gennaio 2009

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-01-25

 

 

 

 

 

 

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2009-01-20

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